Barcellona, finalmente!

By pane&marmellata - ottobre 01, 2013


Sembra sia trascorso un secolo dal viaggio che abbiamo fatto a Barcellona a fine giugno, il tempo è passato talmente in fretta negli ultimi mesi che l'estate è volata via quasi senza che me ne accorgessi!! Comunque, anche se con un po' di ritardo, finamente ce l'ho fatta a sistemare e pubblicare qualche foto su Barcellona... una città meravigliosa, me ne sono letteralmente innamorata!!! In realtà c'ero già stata in gita scolastica diversi anni fa, ma ricordavo ben poco di quello che avevo visto.... giusto la Sagrada Familia e la Rambla e la bontà della paella. Quindi ci voleva un ripasso, perchè comunque ricordavo fosse una città stupenda.... e devo dire che finora la reputo la più bella grossa città tra quelle che ho visitato (ma mi mancano città come Parigi, New York e Londra, quindi ho l'impressione che la mia classifica possa cambiare decisamente). Per i suoi splendidi palazzi innanzitutto l'ho trovata una città elegante, ma anche originale, sorprendente e particolare, piena di vita e di giovani....una città che prima o poi si dovrebbe visitare!!!
La nostra visita è iniziata percorrendo la Rambla, il famoso viale  di Barcellona che collega Plaça de Catalunya con il porto antico (Port Vell).
La parola rambla deriva dall'arabo "ramla" (cioè torrente) e indica, come avviene in altre città spagnole, una strada ricavata da un corso d'acqua asciutto. Infatti, la Rambla di Barcellona una volta era un torrente costeggiato da conventi e muraglie, fino a che, nel 1704, si costruirono le prime case vicino al mercato della Boqueria.
 

Ora è un affollatissimo e vivace viale animato da artisti di strada e pieno di bancarelle di fiori, giornali e souvenir. Mentre passeggiate, però, occhio ai borseggiatori!

 

La Rambla spesso viene chiamata anche "les Rambles" in catalano, poichè comprende 6 tratti ognuno con un nome diverso. 
Noi siamo partiti da Plaça de Catalunya, la piazza più importante della città in quanto canalizza la finanza, il turismo e il commercio di Barcellona. Si trova in una posizione centrale tra i quartieri vecchi (Barri Gòtic, Barceloneta, Ribera, El Raval) che costituiscono la Ciutat Vella, e la parte di città più nuova (del XIX-XX secolo).

Partendo da Plaça de Catalunya si incontra, prima di tutto, la Rambla de Canaletes, con la fontana di Canaletes da cui dovete bere se credete al detto popolare secondo cui chi lo fa ritornerà almeno una volta a Barcellona. 
Poi c'è la Rambla dels Estudis (cioè degli Studi), chiamata così per lo Studio Generale o Università di Barcellona costruito nel XV secolo e demolito nel 1843. 
Poi c'è la Rambla de les Flores (dei Fiori), o Rambla di Sant Josep, poiché qui si trovava l'antico convento di San José rimpiazzato ora dal caratteristico e colorato Mercat de la Boqueria




E' un variopinto mercato che ospita bancarelle di ogni tipo: frutta e verdura, carne e pesce, dolci, empandadas e altre sfiziosità tipiche... un ottimo posto in cui gironzolare e magari fermarsi a gustare qualcosa! 


E' il più grande mercato della Catalogna (copre 2.583 metri quadrati e ha più di 300 chioschi) ed è anche uno fra i più antichi della Spagna (è nato agli inizi del XVII secolo alle porte della città). Dopo la distruzione del convento di San Josè sulla Rambla, fu costruita una grande piazza con un colonnato, e nel 1836 il mercato fu trasferito fra quelle colonne. Rimase un mercato all'aperto fino al 1840, anno in cui venne coperto. 


Sull'origine del nome esistono due versioni: secondo alcuni, Boqueria deriva dal termine “Badoqueria” (cioè “a bocca aperta”) poichè qui si trovava il portale di accesso alla città che era così bello da lasciare tutti a bocca aperta. La versione più verosimile, però, lo fa derivare dal fatto che qui il tipo di carne più venduto fosse la carn de boc (cioè la carne di montone). 


Nella successiva Rambla dels Caputxins (o Rambla del Centre), detta così per l'antico convento di frati cappuccini che si trovava lì, c'è il Gran Teatre del Liceu, il famoso teatro dell’opera del XIX secolo. Proseguendo lungo la Rambla, sul lato sinistro si trova l'ingresso alla Plaça Reial, una vivace piazza del 19° secolo, con alte palme e lampioni disegnati da Antoni Gaudí. Di fronte c'è il Palau Güell, uno dei primi edifici residenziali di Gaudí.
Poi troviamo la Rambla de Santa Mònica, dal nome di un convento ora trasformato in museo (il Centre d'Art Santa Monica). La Rambla porta poi ad una rotonda con una colonna alta 60 metri, il Monumento a Cristoforo Colombo. E' stato costruito nel 1888 per l'Esposizione Universale. Nella statua in cima alla colonna, Colombo, che scelse proprio Barcellona per sbarcare di ritorno dalle Americhe, indica col dito in direzione dell'America.


L'ultimo tratto della Rambla è recente, e, infatti, fu costruito durante le Olimipiadi del 1992. Qui c'è il Mare Magnum, un grande centro commerciale con negozi, cinema, ristoranti e bar.


E non si può pensare a Barcellona senza pensare ad Antoni Gaudì, "l'architetto di Dio" (così definito dai barcellonesi), massimo esponente del modernismo catalano che ha legato indissolubilmente quasi tutta la sua opera a questa meravigliosa città catalana. Fin da piccolo attratto dai colori, dalla geometria e dalla natura, a 17 anni si trasferisce a Barcellona a studiare architettura, sollevando però molte critiche da parte dei suoi professori. Come spesso accade, i professori sono stati davvero poco lungimiranti!!!
Forse la sua opera più nota è la Sagrada Família. Questa maestosa e originale basilica cattolica, tuttora in costruzione, fu dichiarata dall’UNESCO patrimonio mondiale dell’umanitá nel 2005. E' il monumento piú visitato della Spagna (si parla di 3,2 milioni di visitatori) e nel 2007 è stata inserita tra le 12 meraviglie della Spagna.

I lavori iniziarono nel 1882 abbracciando inizialmente uno stile neogotico..


... nel 1883, però, Gaudí (che allora aveva 31 anni) ne divenne il progettista e la ridisegnò completamente, dedicando alla chiesa gli ultimi suoi 15 anni di vita. 


Secondo il comitato promotore, l'opera potrebbe essere completata entro il 2032, però i lavori procedono in modo irregolare visto che dipendono soprattutto da donazioni.


La chiesa è stata consacrata il 7 novembre 2010 da papa Benedetto XVI. Davvero una basilica unica e spettacolare!!! Ti lascia senza parole!!!




Dopo la visita alla Sagrada Familia si continua con un'altra opera di Gaudì: Casa Batlló, un edificio piuttosto estroso e bizzarro!! 
Dall'esterno la facciata di Casa Batlló sembra essere costellata di teschi (i balconi dei piani superiori) ed ossa (i pilastri di sostegno). A causa di queste particolari forme, è stata anche soprannominata "casa delle ossa" o " casa degli sbadigli".
 

Questo straordinaria opera nacque poichè nel 1904 Gaudì ricevette l'incarico da Josep Batlló, ricco industriale del settore tessile, di ridisegnare un palazzo sul Passeig de Gràcia, cuore dell’Eixample, quartiere modernista scelto dalla borghesia catalana dell'epoca come sede dei propri grandiosi palazzi. Il primo piano del palazzo fu usato come abitazione dalla famiglia Batlló, mentre negli altri piani furono realizzati otto appartamenti da affittare. Forme, colore e luce: tutto fu studiato con cura, anche ai più piccoli dettagli come maniglie e campanelli è stata data estrema importanza. Interessante il cortile centrale chiuso da un lucernario e rivestito di ceramiche di diverse sfumature di azzurro e blu che diventano più scure man mano che si procede verso l'alto e quindi la luce aumenta. Una soluzione brillante!!!  Come quella di ridurre la dimensione delle finestre salendo, per l'aumentare della luminosità.



Nel 2005 l'edificio è stato dichiarato patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.


Poco distante, sempre su Passeig de Gràcia, troviamo Casa Milà, detta “La Pedrera” (che significa "cava di pietra"), edificio di sei piani progettato sempre da Gaudí e anch'essa dichiarata dall' UNESCO Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Gaudì per la realizzazione di questo palazzo ha voluto richiamare l’andamento ondulato del mare della città. Molto particolare e forse un po' più elegante di Casa Battò...

Il nostro itinerario sulla Barcellona di Gaudì ci porta poi verso Parc Güell, parco che fu commissionato dall'industriale Eusebi Güell e che inizialmente era stato ideato per diventare una città-giardino con 60 case, alloggi, studi, una cappella e un parco. Alla fine, però, furono realizzati solo 2 case e il parco. Altro patrimonio dell'umanità dell'UNESCO, nel 1922 fu acquistato dalla città di Barcellona.

Nella piazza principale del parco, da cui si può godere di una vista meravigliosa del parco e di Barcellona, si può ammirare il famoso Banc de Trencadis, una panchina lunga 150 m e rivestita di ceramica, sinuosa e ondeggiante come un serpente. Sotto questa piazza invece c'è una sala (detta anche sala delle 100 colonne, anche se ne sono state realizzate solo 86 ) creata inizialmente con lo scopo di ospitare il mercato. 


Famosa è anche la fontana a forma di salamandra (simbolo dell'alchimia e del fuoco)  che si trova sulla scalinata ai piedi della sala delle 100 colonne.

All'interno di Park Güell si può anche visitare una piccola casa dove Gaudí ha vissuto e che ora è stata trasformata in museo e mostra alcuni mobili disegnati da Gaudí. 
Nel Barrio Gotico (il quartiere, prima romano e poi greco, centro della Città Vecchia e uno dei posti più caratteristici di Barcellona con le sue strette viuzze e piazzette), si può vedere la grandiosa Cattedrale Gotica di Barcellona. La sua realizzazione incominciò nel 1298 e si concluse a metà del secolo XV. E' dedicata alla santa Creu (la santa Croce) e a santa Eulalia, la patrona di Barcellona. Nel Chiostro c’è un laghetto con 13 oche, le guardiane di Sant' Eulalia: sono 13 come gli anni della santa e come le torture a cui la sottoposero i romani. Infatti, la martire fu esposta senza vestiti fino a quando non nevicò a metà primavera e la neve la congelò, poi fu chiusa in una botte piena di chiodi e vetro e fatta rotolare per Baixada de Santa Eulalia, la strada che ancor oggi porta il suo nome; in seguito fu torturata con varie amputazioni, e infine crocefissa e decapitata. Si narra che poi una colomba le volò sopra come simbolo della sua anima che volava verso il cielo (in base ad alcune leggende, la colomba le uscì dalla bocca).

 
Se vi piace Picasso (io devo ammettere che non lo amo particolarmente), meta obbligata è il Museo Picasso, che ospita la più grande raccolta di opere giovanili del pittore spagnolo che qui si trasferì nel 1895 e che qui rimase fino al 1904. Nell'edificio sono presenti circa 3600 opere dell'artista.  
E poi verso la spiaggia, verso Barceloneta, il quartiere marinaro da molti chiamato anche "la Napoli di Barcellona" per l'atmosfera che si respira e la somiglianza tra le intricate viuzze delle due città. Fu disabitata fino alla metà del XVIII secolo quando iniziarono a stabilirsi i primi pescatori. Qui la spiaggia è vivace e affollata, con bar e ristoranti dove mangiare deliziosi piatti a base di pesce fresco o assaggiare la tipica bomba, una crocchetta di patate ripiena di carne e salsa piccante. Il pesce ottimo, la bomba non l'ho provata. Sarà per la prossima volta!!!

E poi qualche momento di relax al Parc de la Ciutadella, un grande parco pubblico, per molti anni il solo parco della città. Si chiama così perchè fu costruito sugli antichi terreni della fortezza cittadina (La Ciutadella) traendo ispirazione dai Giardini del Lussemburgo di Parigi. Occupa 17,42 ettari e ospita l'antico Arsenale della Cittadella, sede attuale del Parlamento di Catalogna. Qui ci si può rilassare, fare una passeggiata o fare un giro in barca nel laghetto.


Non molto distante si può ammirare l'Arc de Triomf, una costruzione di stile mudejar alta 30 metri, costruito in occasione dell'Esposizione Universale del 1888 come porta d'accesso al sito espositivo. Quindi, a differenza degli archi di trionfo che solitamente sono costruiti in onore a vittorie militari, l'Arc de Triomf di Barcellona esalta il progresso


Una tappa immancabile è poi Plaça de Espanya, la piazza in cui si trovano le Torri Veneziane (torri alte 47 metri vicino alla Fira de Barcelona, l'importante spazio fieristico di Barcellona), l’Arenas, il Museu nacional d'art de Catalunya (che ospita una ricca collezione di arte romanica) e la famosa Fontana Magica (che tutte le sere offre uno splendido spettacolo di 30 giochi d'acqua, luci e musica per 2 ore con spettacoli ogni 20 minuti).


Vi consiglio di non perdervela!


Il centro commerciale Arenas, invece, è un’arena dei tori del '900 che è stata trasformata in avvenieristico centro commerciale, con negozi, bar e ristoranti. Si può salire sul tetto e godere di una vista mervigliosa su Plaça de Espanya e su Barcellona e magari fermarsi a cenare o pranzare in uno dei ristoranti che ne occupano il perimetro. 


Mi sarebbe piaciuto anche fare un giro da Tickets, il bar-ristorante aperto da Ferran Adrià (lo chef famoso per la cucina molecolare e considerato uno dei migliori cuochi al mondo) con il fratello Albert con l'idea di proporre una versione contemporanea delle tapas. Purtroppo, però, quando sono andata io era chiuso  e poi, se non sbaglio, accetta prenotazioni solo online (e con un certo anticipo!!)... quindi, anche questa alla prossima!!!!


E poi visita alla Fundació Joan Miró, dove si possono ammirare più di 10.000 opere del pittore maiorchino.




Salendo sul Montjuïc, un promontorio a sud di Barcellona, si trova il Castell de Montjuïc, costruito alla fine del XVII secolo e che ora ospita un museo militare. Da qui si ha una panoramica vista dall'alto su Barcellona e il porto. 


Sulla collina del Montjuïc, inoltre, si trova anche il Poble Espanyol, una sorta di museo a cielo aperto costruito in occasione dell'Esposizione Universale del 1929. L'idea iniziale era di farlo durare sei mesi, ma, grazie al successo di pubblico, è aperto ancora oggi. Occupa una superficie di 42.000 m² e al suo interno ospita la ricostruzione su diversa scala di edifici, piazze e strade di alcune città spagnole e della cultura e delle tradizioni più rappresentative di 15 delle Comunità autonome spagnole. Gli edifici accolgono bar, negozi e ristoranti. 


Caratteristico, ma mi aspettavo qualcosa di diverso!! Da non perdere assolutamente, però, i cioccolatini alla crema catalana, i migliori cioccolatini che abbia mai mangiato!!!!

 

L'unica cosa che mi ha un po' delusa è stata la cucina, mi aspettavo qualcosa in più (o magari sono stata solo sfortunata nell'assaggio)!! Buona la paella, il prosciutto iberico  e la crema catalana (se fatta bene!!)... 


Niente di che le varie empanadas (fagottini di pasta a forma di mezzaluna (una sorta di panzerotto) con vari ripieni (ne ho mangiata solo una buona con ripieno di chorizo, un insaccato tipico della penisola iberica)), le ensaimadas (un dolce lievitato a forma di grossa girella), la butifarra (una sorta di salsiccia), pa am tomàquet (una specie di bruschetta preparata sttrofinando il pomodoro su una fetta di pane e poi condito con olio e sale). Non male invece la coca (una sorta di focaccia dolce o salata (io ho assaggiato al Coca de Sant Joan, un dolce ricoperto di frutta candita e pinoli tipico della festivita di San Giovanni che si celebra nella notte tra il 23 e il 24 giugno)). E che dire delle tapas? Io non sapevo neanche cosa fossero ma ho scoperto che sono stuzzichini, piccole porzioni di cibo di ogni genere. Il termine tapas può riferirsi infatti a: bruschette di tutti i tipi, olive, formaggi, polpette, crocchette (croquetas) di patate con il prosciutto o il baccalà, pinchos (stuzzichini a base di ingredienti vari, infilzati con uno stuzzicadenti e posti su una fetta di pane), patatas bravas (patate fritte accompagnate da una salsa piccante a base di pomodoro e pimenton), o ancora pesci o calamari fritti. Giusto per fare qualche esempio visto che ce ne sono un'infinità. Eccone alcune... 

Tra gli spagnoli c'è l'abitudine di cenare spesso esclusivamente con tapas, magari mangiandone alcune in un locale e poi consumandone altre spostandosi di locale in locale (questa usanza si chiama tapeo o ir de tapas).  Ne ho assaggiate parecchie e alcune non erano male, ma credo che per le buone forchette saziarsi mangiando solo tapas sia troppo dispendioso!!!

 
Ah, e mi raccomando attenzione a quando attraversate la strada a  Barcellona: guardate un po' cosa c'è scritto dove ci sono i passaggi pedonali. Rincuorante direi!!



E ora la ricetta... semplici biscotti vegan ai pinoli.....buoni e salutari!!! non dico altro, provateli!!!

Veg Cookies ai pinoli



Ingredienti: 
  • 160 g di farina 00
  • 50 g di farina riso
  • 50 g di fecola di patate
  • 70 g di zucchero integrale di canna
  • 30 g di olio extra vergine di oliva
  • 50 g di olio di riso
  • 60 g di latte di riso
  • Buccia di limone grattugiata 
  • Vaniglia 
  • Un pizzico di bicarbonato
  • 80 g di pinoli
Mescolare lo zucchero con l’olio e la buccia di limone, aggiungere le farine e la fecola setacciate, il bicarbonato, la vaniglia e il latte di riso. Impastare, fare delle palline, schiacciarle tra i palmi delle mani e metterle nella teglia. Disporre poi qualche pinolo sulla superficie dei biscotti e cuocere nel forno caldo a 180°C per 20 minuti circa.

Lo sapevate che i pinoli…

... sono i semi commestibili di alcune specie di pini? Sono circa 20 le specie del genere che producono semi abbastanza grandi da giustificarne la coltivazione. I pinoli sono inseriti tra le scaglie delle pigne prodotte dai pini e sono avvolti da un guscio solido chiamato strobilo che li protegge. Da 100 kg di pigne si ottengono circa 25 kg di pinoli con guscio e solo 6-8 kg di pinoli sgusciati. Per arrivare al prodotto finito, le pigne sono raccolte da autunno a primavera, poi lasciate essiccare al sole: il calore agevola l'estrazione dei pinoli, che vengono poi sgusciati, lavati, essiccati, selezionati e confezionati.
Sono stati consumati in Europa sin dal periodo Paleolitico e sono conosciuti e coltivati in tutte le parti del mondo dove vengono sfruttate le differenti qualità di pino. In Italia la produzione è maggiormente concentrata nel Lazio ed in Toscana dove vengono prodotti i pinoli più famosi, quelli di Pisa. La maggior parte dei pinoli presenti sul mercato tuttavia provengono dalla Cina la cui qualità è nettamente inferiore a quella italiana. Dai pinoli può essere estratto l'omonimo olio per pressatura, particolarmente apprezzato per il sapore delicato, simile a quello di nocciola, e per le proprietà antiossidanti.

 fonte: il Web

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2 Comments

  1. Che dire ... con il cuore gonfio d'amore per questa meravigliosa città ti ringrazio per il reportage che mi ha fatta tornare lì!Adoro barcellona e ci sono stata svariate volte, l'ultima a settembre 2012, ma ogni volta che atterro mi innamoro di nuovo <3 Indimenticabile!!!

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  2. PS quasi mi dimenticavo di dirti che ai pinoli è impossibile resistere e che questi biscottini sono da provare al piu presto! :)

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