In giro per l'Umbria - Seconda parte

By pane&marmellata - luglio 11, 2015


Questa settimana non sono riuscita a prepararvi nessuna ricetta, ma eccovi qualche altro scatto del viaggio in Umbria. 


Ad esempio di Roccaporena e Cascia, paesi legati alla figura di Santa Rita. 


Roccaporena le diede i natali, la vide sposarsi, rimanere vedova (il marito fu assassinato) e perdere prematuramente i figli (si dice che ella stessa abbia invocato la loro morte per evitare che si macchiassero del delitto di omicido per vendicare la morte del padre). 
A Cascia, invece, trascorse la sua vita da monaca e i suoi resti sono ancora conservati all'interno della basilica di Santa Rita, facente parte dell'omonimo santuario e fatta erigere tra il 1937 e il 1947. Il corpo è rivestito dall'abito agostiniano cucito dalle monache del monastero, come voluto dalla badessa Maria Teresa Fasce, e posto in una teca all'interno della cappella in stile neobizantino.
Secondo la tradizione devozionale seicentesca che lega strettamente Rita alle api, come apparvero api bianche sulla sua culla, così apparvero api nere sul suo letto di morte. Inoltre, nonostante la fredda stagione, nell'inverno prima di morire Rita mandò sua cugina a prendere una rosa e due fichi nel suo orto a Roccaporena. La cugina, incredula, pensava che delirasse, ma trovò tra la neve la rosa rossa e i fichi richiesti, segni interpretati come la salvezza ed il candore dell'anima di suo marito e dei suoi figli. Sulla base di questi racconti, le api, le rose e la spina sono diventati gli attributi iconografici più frequenti della santa.

Una città che ho trovato molto bella è stata Orvieto con la meravigliosa cattedrale di Santa Maria Assunta


La costruzione della chiesa fu avviata nel 1290 per volontà di papa Niccolò IV, allo scopo di dare degna collocazione al Corporale del miracolo di Bolsena. I mosaici della facciata, realizzati da vari autori prevalentemente nel XIV, XV, ed inizio del XVI secolo, sono stati nei secoli successivi pesantemente restaurati e rifatti, perdendo le forme e lo stile originari. 
Sul transetto sinistro della cattedrale si apre la Cappella del Corporale, realizzata tra il 1350 e il 1356 per conservare la preziosa reliquia per cui il Duomo di Orvieto intero era nato:  il lino insanguinato o corporale utilizzato nella miracolosa Messa di Bolsena (1263) e macchiatosi di sangue sprizzante dall'Ostia al momento della celebrazione eucaristica da parte del sacerdote boemo Pietro da Praga. 



Caratteristico è il Pozzo di San Patrizio, un pozzo del XVI secolo costruito per volere del papa Clemente VII, reduce dal Sacco di Roma e desideroso di tutelarsi in caso di assedio della città in cui si era ritirato. L'accesso al pozzo, capolavoro di ingegneria, è garantito da due rampe elicoidali a senso unico, completamente autonome e servite da due diverse porte, che consentivano di trasportare con i muli l'acqua estratta, senza ostacolarsi e senza dover ricorrere all'unica via che saliva al paese dal fondovalle. Il pozzo, profondo 53,15 metri, è stato realizzato scavando nel tufo dell'altopiano tozzo ed alto della valle tiberina dove sorge il paese di Orvieto, una pietra abbastanza dura ma che ora sta risentendo, dopo vari secoli, degli scarichi fognari. Ha forma cilindrica a base circolare con diametro di 13 m. Gli scalini da percorrere sono parecchi (248!!), e i finestroni che vi danno luce sono 70. Il pozzo prese il nome di San Patrizio perché ricordava la caverna che esisteva nel luogo (in Irlanda) che oggi porta il nome di Purgatorio di San Patrizio e che, secondo la leggenda, era stata indicata da Cristo a San Patrizio, solito ritirarsi in preghiera nell'isola, affinché potesse mostrare le pene dell'Inferno ai fedeli più increduli, che vi si fossero avventurati sino a raggiungere il fondo. In cambio costoro avrebbero ottenuto la remissione dei peccati e l'accesso al Paradiso.   
Per motivi di tempo non siamo riusciti a visitare l’Orvieto sotterranea, un insieme di cunicoli e cavità artificiali (più di 1200) presenti sotto la città di Orvieto scoperti da un gruppo di speleologi negli anni Settanta. Le cantine rappresentano la maggioranza dei sotterranei, cantine che negli anni cinquanta sono state abbandonate avendo perso, con l'avvento dei frigoriferi e dei nuovi sistemi di produzione vinicola, la loro funzione di ambienti ideali, per la loro bassa temperatura e l'assenza di luce, alla conservazione dei cibi e soprattutto del vino. La realizzazione dei sotterranei ha messo in luce alcuni importantissimi reperti: una lunga serie di cisterne che vanno da quelle etrusche del V secolo a.C. (molto rara e particolare quella realizzata nella tecnica cosiddetta "a telaio") a quelle medioevali ed a quelle, grandissime, del periodo rinascimentale; cunicoli scavati in epoca etrusca per la captazione idrica, tra i quali quello con il tratto forse più lungo (circa 30 metri) attualmente visitabile; pozzi butto utilizzati nel medio evo come discariche, notevoli per quanto emerso dallo scavo di alcuni di essi (la tradizione per la fabbricazione della ceramica orvietana deriva dai vasi ritrovati in questi pozzi). Sarà per la prossima volta!




Poi una breve ma apprezzata sosta a Todi

Merita una visita Piazza del Popolo, la centrale e storica piazza cittadina, una delle più importanti e interessanti del Medioevo in regione e in Italia, vera testimonianza dell'epoca dei Liberi Comuni. Attorno vi sorgono i monumenti più insigni di Todi: il Duomo dell'Annunziata (eretto fra il XII e il XIV secolo in stile Romanico-gotico); il Palazzo Vescovile, annesso al Duomo; il Palazzo dei Priori (edificio gotico che con la sua torre trapezoidale domina il lato della piazza opposto al Duomo); il Palazzo del Capitano (detto anche Nuovo, venne costruito nel 1293, all'ultimo piano ospita il Museo civico di Todi); e il Palazzo del Popolo (contiguo e collegato al precedente, ospita anch'esso il Museo civico di Todi, fu eretto in stile Romanico lombardo ed è il più antico palazzo pubblico della piazza, storica sede del Comune). Poco distante si trova la Chiesa di San Fortunato, grande edificio gotico duecentesco che ospita la tomba di Jacopone da Todi.
Tappa immancabile di un viaggio in Umbria è ovviamente il suo capoluogo, Perugia. Una città splendida, con i suoi 9 chilometri di perimetro murario (Perugia possiede due cinte murarie: le mura etrusche sorte tra il IV ed il III secolo a.C.; la seconda cerchia di mura, di età medievale, raggiunse lo sviluppo di circa 6 km ed inglobò i borghi creatisi in corrispondenza delle cinque antiche porte.) e le sue porte tra cui spicca l’Arco etrusco, la più grande e monumentale delle porte di accesso alla città vecchia.
E come non iniziare la visita con una passeggiata lungo Corso Vannucci, la via principale di Perugia? La strada, che prende il nome da Pietro Vannucci, pittore nato a Città della Pieve e celebre con l'appellativo Il Perugino, è sovente chiamata "il Salotto Buono di Perugia", ed è caratterizzata da una forte vitalità e dinamismo (fare una vasca, in dialetto perugino, equivale a dire "fare una passeggiata in Corso Vannucci"); vi si trovano, infatti, bar, teatri, librerie, negozi e boutiques di ogni genere. Il corso termina in una splendida piazza, piazza IV Novembre, dove si possono ammirare dei veri capolavori come: la Fontana Maggiore (della fine del 1200, è costituita da due vasche marmoree poligonali concentriche sormontate da una tazza bronzea. Le due vasche poligonali concentriche sono decorate a bassorilievi finemente scolpiti da Nicola e Giovanni Pisano: in quella inferiore sono rappresentati i simboli e le scene della tradizione agraria e della cultura feudale, i mesi dell'anno con i segni zodiacali e le arti liberali, la bibbia e la storia di Roma; in quella superiore sono raffigurati nelle statue poste agli spigoli personaggi biblici e mitologici); la cattedrale di San Lorenzo (realizzata tra il 1345 ed il 1490. Il rivestimento esterno non fu mai completato); il monumentale ed elegantissimo Palazzo dei Priori (ottimo esempio di palazzo pubblico dell'età comunale, fu edificato nella sua parte originaria tra il 1293 e il 1297, poi con due aggiunte medievali successive fino al 1443. In stile gotico, vi si accede sia dal Corso Vannucci attraverso il portale trecentesco ornato dalle statue del grifo e del leone, sia da Piazza IV Novembre attraverso la notevole Sala dei Notari, aula medievale caratterizzata da grandi arconi e tutta affrescata, deputata all'assemblea popolare del libero Comune. Al primo piano c'è la sala del consiglio comunale dove sulla porta è collocato un affresco del Pinturicchio raffigurante la Madonna fra due angeli. Un'altra sala importante è quella dell'Udienza del Collegio del Cambio, affrescata dal 1498 al 1500 dal Perugino, con aiuti dell'allievo Raffaello. È ancora oggi sede del Municipio e, al terzo piano, della Galleria nazionale dell'Umbria che raccoglie, fra le altre, opere di Piero della Francesca, del  Pinturicchio, del Beato Angelico, e del Perugino, il maestro di Raffaello. Alterato nei secoli della dominazione pontificia, fu restaurato dopo il 1860). 


Conclusione egregia della giornata a Perugia è stata  la visita alla cappella di San Severo per vedere l’affresco dipinto nella parte superiore da Raffaello nel 1508, ed in quella inferiore dal Perugino nel 1521. 


E la vacanza è terminata con un giorno di sosta presso il lago Trasimeno, in particolare a Castiglione del Lago. Questo delizioso paese sorge su di un sperone calcareo che in origine era la quarta isola del lago ma, in seguito all'abbassamento del livello delle acque e al crearsi di una pianura di tipo alluvionale, assunse infine l'attuale configurazione. Interessanti il Palazzo della Corgna o ducale (l'unica piccola "reggia" esistente in Umbria che fu la principale residenza dei della Corgna che governarono, dal 1563 al 1647, il marchesato di Castiglione del Lago, poi ducato dal 1617. Concepito come una piccola "reggia", era separato dal paese e circondato da un fiorente giardino. Ospitò illustri personaggi come Leonardo da Vinci  e Niccolò Macchiavelli, ed oggi è sede del Comune) e la Rocca del Leone (caratteristica per la torre triangolare, è collegata al palazzo ducale da un suggestivo camminamento con feritoie sul Trasimeno). Il borgo è ancora cinto dalle mura con tre porte (perugina, fiorentina, senese). Un paese davvero suggestivo e meravigliosa la vista del lago che si può ammirare dalla Rocca.


 
fonte delle informazioni: Wikipedia

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4 Comments

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