.: Moondance - Michael BublĆØ :.
La prima volta che ho assaggiato la pasta che vi propongo oggi ero in un ristorante in compagnia dei miei compagni di corso dell’universitĆ durante una delle tante pause pranzo che abbiamo condiviso… Quando ho deciso di pubblicare questa ricetta ho ripercorso mentalmente quel periodo, uno dei piĆ¹ spensierati della mia vita, e mi sono venute in mente tantissime cose... come le mattinate trascorse al parco invece di andare a seguire quel prof. cosƬ noioso e le cui lezioni erano pressochĆ© inutili, i pomeriggi da Fabio e Fabiano e il ricordo di Fabio che purtroppo non c’ĆØ giĆ piĆ¹, le interminabili ore passate sui treni, le giornate di “studio” al bar prima degli esami durante le quali si concludeva sempre ben poco, il ponte sulle ALU, “Moondance” di BublĆØ come colonna sonora di tanti giorni, “Vertigo” come suoneria del cellulare, le corse alla Carl Lewis per non perdere il treno, i bigliettini nascosti nella maglia, quel prof. che assomigliava in modo impressionante al signor Burns dei Simpson, “NapulĆØ ĆØ” che, per la felicitĆ dei miei compagni, cantavo al mattino presto sul binario 2, la montagna di quaderni e libri sul tavolo della cucina, gli onnipresenti Queen e Sinatra, gli esami scritti fatti un po’ in gruppo, le mie mille bustine di zucchero e i litri di tĆØ e di caffĆØ, i buffi soprannomi con cui ci chiamavamo e il mio, un po' bizzarro, da cui ha preso il nome la mia mail, la Sambuca con la mosca dei miei compagni e il mio tĆØ freddo, le mie penne al pomodoro diventate indimenticabili, le ore a parlare sotto casa perchĆØ, nonostante la giornata trascorsa insieme a lezione, si era sempre felici di passare del tempo insieme, le scatole intere di pastiglie Leone alla fragola mangiate nel giro di 5 minuti, i Negrita, i venerdƬ sera a ballare con lo "shock and chic", quel pomeriggio sull'erba con la chitarra, i quaderni riempiti di disegni e commenti durante le lezioni invece di prendere appunti, le tante, tantissime risate... e potrei continuare ancora.... eravamo proprio un bel gruppo.... Sono stati anni arricchiti da tante persone e incontri... la numerosissima compagnia, le persone che ti facevano sentire speciale e importante, che ti consideravano in gamba e fuori dal comune, quelle che ti facevano ridere, quelle che, nonostante conoscessi da poco, sembrava facessero parte della tua vita da sempre e, invece, quelle che, nonostante conoscessi da sempre, riuscivano a deluderti sempre un po', quelle che ci sono sempre state e sanno tutto di te, quelle che continuano ad esserci, quelle che non fanno piĆ¹ parte della tua vita ma che ti farebbe davvero piacere rivedere e quelle di cui invece non senti per nulla la mancanza, quelle uguali a te e quelle diversissime da te ma con cui, in ogni caso, ti trovavi bene, quelle che ti hanno inseganto tanto e quelle a cui, forse, qualcosa hai insegnato anche tu, quelle che ti resteranno nel cuore, sempre, nonostante tutto... Quante cose sono successe e quante sono cambiate da allora ma posso dire che ĆØ stato un bellissimo periodo della mia vita che ricordo sempre con molta gioia, nostalgia e con affetto per le persone che ne hanno fatto parte…
E ora la ricetta della pasta assaggiata in quel ristorante…. Una volta che si ha il pesto ĆØ a dir poco banale e praticamente giĆ fatta…A me e al mio fidanzato piace di piĆ¹ della pasta condita col solo pesto... Da provare assolutamente!!!
Prima di passare alla ricetta, perĆ², voglio ringraziare di cuore la carinissima Meg per avermi fatto vincere il suo contest!!! Grazie infinite!!!!
Ingredienti per 2 persone:
- 3 cucchiai di concentrato di pomodoro
- 2 cucchiai di pesto (vedi ricetta sotto)
- 180 g di strozzapreti
Ingredienti per il pesto (questa ĆØ la dose per 2 persone che uso per fare la pasta con il solo Pesto, non ho mai calcolato le quantitĆ per averne solo 2 cucchiai ma, indicativamente, sarĆ un po' meno di metĆ dose)
- 25 g di foglie di basilico genovese
- Uno spicchio d'aglio (ci vorrebbe quello di Vessalico, che risulta essere un po' piĆ¹ piĆ¹ delicato e bisognerebbe usare uno spicchio d'aglio ogni trenta foglie di basilico)
- Un cucchiaio di pinoli
- 4-5 cucchiai di olio extravergine di oliva (meglio se ligure)
- 3 cucchiai di Parmigiano Reggiano belli abbondanti (35 g circa)
- 1 cucchiaio di Pecorino sardo bello abbondante (ci vorrebbe il "Fiore Sardo") (10 g circa)
- Qualche grano di sale marino grosso
Il procedimento tradizionale per fare il vero Pesto genovese prevede l'utilizzo del mortaio di marmo e del pestello di legno e un po' di pazienza. Innanzitutto, bisogna lavare con delicatezza il basilico e farlo asciugare bene facendo attenzione a non stropicciare le foglie per evitare che si rompano le vescicole contenenti gli oli essenziali e che si provochi cosƬ un'alterazione del gusto e del colore del pesto. Nel mortaio iniziare a schiacciare l'aglio con un movimento rotatorio del pestello. Aggiungere qualche grano di sale grosso, continuare a schiacciare, unire il basilico ruotando leggermente il pestello sugli ingredienti fino a quando dal basilico uscirĆ un liquido verde brillante. Aggiungere quindi i pinoli, il Parmigiano Reggiano e il Pecorino Sardo poco alla volta. Infine, aggiungere poco per volta anche l'olio extravergine d'oliva. Amalgamare bene gli ingredienti fino ad ottenere una salsa omogenea.
E' importante ricordare che la lavorazione deve avvenire nel minor tempo possibile per evitare l'ossidazione.
In alternativa a questo procedimento che richiede un po' di pazienza, ĆØ possibile preparare il Pesto con un frullatore, tenendo presente che il suo uso ha lo svantaggio di ossidare le foglie di basilico e di scaldare la salsa e, quindi, bisogna avere l'accortezza di non frullare a velocitĆ troppo alta e di mettere in frigo la tazza del frullatore e le lame almeno un'ora prima della preparazione.
Prima di utilizzare il Pesto come condimento per la pasta, va allungato con poca acqua di cottura della pasta aggiunta poco per volta fino ad ottenere la consistenza desiderata.
E' possibile fare piĆ¹ pesto del necessario e congelare quello che avanza.
Lo sapevate che il Pesto....
...ĆØ un tipico condimento crudo della cucina ligure? La voce pesto, ancora nel 1876, veniva presentata da Giovanni Casaccia, nel suo dizionario genovese italiano, come autoctona di Genova. La parola viene da pestare: battere qualcosa con un pestello per ridurlo in polvere, in poltiglia o in strati piĆ¹ sottili; per questo il Pesto ĆØ conosciuto anche come “battuto genovese”. Da pestare deriva anche il termine pestello che, insieme al mortaio, ĆØ l'utensile tradizionale per fare questa salsa. Il Pesto genovese discende probabilmente dal "moretum" degli antichi romani, una pasta verde ottenuta da formaggio, aglio ed erbe, e la cui preparazione ĆØ descritta in un poemetto attribuito a Virgilio. Durante il Medio Evo, poi, c’era in Italia una salsa “plebea” che si puĆ² considerare antenata del pesto: l’agliata, un battutto di noci e aglio, il quale ha avuto per secoli un posto cruciale nell’alimentazione di genovesi e liguri, soprattutto di quelli che andavano per mare. Gli uomini di mare, infatti, ne mangiavano grandi quantitĆ per prevenire le malattie e i contagi durante le lunghe navigazioni in condizioni di scarsa igiene. Le ricette di Pesto vero e proprio iniziano a comparire solo nel XIX secolo. Poco prima della metĆ del secolo appaiono ricette che non contemplano pinoli e nel 1863 Giovanni Battista Ratto pubblica "La Cuciniera Genovese", ritenuto il primo e piĆ¹ completo libro sulla gastronomia del territorio ligure, nel quale la ricetta del Pesto ĆØ la seguente: “Prendete uno spicchio d'aglio, basilico (baxaicƶ) o in mancanza di questo maggiorana e prezzemolo, formaggio olandese e parmigiano grattugiati e mescolati insieme e dei pignoli e pestate il tutto in mortaio con poco burro finchĆØ sia ridotto in pasta. Scioglietelo quindi con olio fine in abbondanza. Con questo battuto si condiscono le lasagne e i gnocchi (troffie), unendovi un po' di acqua calda senza sale per renderlo piĆ¹ liquido”. Nell’Ottocento la pasta al Pesto era considerata un cibo popolare e la ricetta di quel periodo ĆØ rimasta sostanzialmente la stessa. In Liguria, inoltre, c’era e c’ĆØ tuttora, l’usanza di aggiungere patate, fave o fagiolini e, a volte, anche zucchine tagliate a pezzetti cotti insieme alla pasta. A Genova, in particolare, si aggiungono patate e fagiolini alle trofie o alle trenette classiche o "avvantaggiate", ovvero quelle fatte con farina integrale. Le interpretazioni comunque non sono univoche: per alcuni, “avvantaggiate” sono le trenette alle quali si aggiunge la verdura. Come pure c’ĆØ una scuola di pensiero che esclude categoricamente l’aggiunta di patate alle trofie. In generale si dice che in Liguria ĆØ difficile trovare due pesti uguali, a causa delle varianti, a volte addirittura famigliari, come l’aggiunta di noci, ricotta o altri formaggi.
E' importante ricordare che la lavorazione deve avvenire nel minor tempo possibile per evitare l'ossidazione.
In alternativa a questo procedimento che richiede un po' di pazienza, ĆØ possibile preparare il Pesto con un frullatore, tenendo presente che il suo uso ha lo svantaggio di ossidare le foglie di basilico e di scaldare la salsa e, quindi, bisogna avere l'accortezza di non frullare a velocitĆ troppo alta e di mettere in frigo la tazza del frullatore e le lame almeno un'ora prima della preparazione.
Prima di utilizzare il Pesto come condimento per la pasta, va allungato con poca acqua di cottura della pasta aggiunta poco per volta fino ad ottenere la consistenza desiderata.
E' possibile fare piĆ¹ pesto del necessario e congelare quello che avanza.
Lo sapevate che il Pesto....
...ĆØ un tipico condimento crudo della cucina ligure? La voce pesto, ancora nel 1876, veniva presentata da Giovanni Casaccia, nel suo dizionario genovese italiano, come autoctona di Genova. La parola viene da pestare: battere qualcosa con un pestello per ridurlo in polvere, in poltiglia o in strati piĆ¹ sottili; per questo il Pesto ĆØ conosciuto anche come “battuto genovese”. Da pestare deriva anche il termine pestello che, insieme al mortaio, ĆØ l'utensile tradizionale per fare questa salsa. Il Pesto genovese discende probabilmente dal "moretum" degli antichi romani, una pasta verde ottenuta da formaggio, aglio ed erbe, e la cui preparazione ĆØ descritta in un poemetto attribuito a Virgilio. Durante il Medio Evo, poi, c’era in Italia una salsa “plebea” che si puĆ² considerare antenata del pesto: l’agliata, un battutto di noci e aglio, il quale ha avuto per secoli un posto cruciale nell’alimentazione di genovesi e liguri, soprattutto di quelli che andavano per mare. Gli uomini di mare, infatti, ne mangiavano grandi quantitĆ per prevenire le malattie e i contagi durante le lunghe navigazioni in condizioni di scarsa igiene. Le ricette di Pesto vero e proprio iniziano a comparire solo nel XIX secolo. Poco prima della metĆ del secolo appaiono ricette che non contemplano pinoli e nel 1863 Giovanni Battista Ratto pubblica "La Cuciniera Genovese", ritenuto il primo e piĆ¹ completo libro sulla gastronomia del territorio ligure, nel quale la ricetta del Pesto ĆØ la seguente: “Prendete uno spicchio d'aglio, basilico (baxaicƶ) o in mancanza di questo maggiorana e prezzemolo, formaggio olandese e parmigiano grattugiati e mescolati insieme e dei pignoli e pestate il tutto in mortaio con poco burro finchĆØ sia ridotto in pasta. Scioglietelo quindi con olio fine in abbondanza. Con questo battuto si condiscono le lasagne e i gnocchi (troffie), unendovi un po' di acqua calda senza sale per renderlo piĆ¹ liquido”. Nell’Ottocento la pasta al Pesto era considerata un cibo popolare e la ricetta di quel periodo ĆØ rimasta sostanzialmente la stessa. In Liguria, inoltre, c’era e c’ĆØ tuttora, l’usanza di aggiungere patate, fave o fagiolini e, a volte, anche zucchine tagliate a pezzetti cotti insieme alla pasta. A Genova, in particolare, si aggiungono patate e fagiolini alle trofie o alle trenette classiche o "avvantaggiate", ovvero quelle fatte con farina integrale. Le interpretazioni comunque non sono univoche: per alcuni, “avvantaggiate” sono le trenette alle quali si aggiunge la verdura. Come pure c’ĆØ una scuola di pensiero che esclude categoricamente l’aggiunta di patate alle trofie. In generale si dice che in Liguria ĆØ difficile trovare due pesti uguali, a causa delle varianti, a volte addirittura famigliari, come l’aggiunta di noci, ricotta o altri formaggi.