Oggi,
oltre al solito consiglio culinario, vorrei darvi anche un consiglio su una
mostra da non perdere se siete amanti della fotografia, dell'arte o anche solo
delle cose belle. Sto parlando della mostra di Steve McCurry che sarà visitabile ancora per qualche mese presso la Villa Reale di Monza. McCurry, per chi non lo sapesse, è un fotoreporter che ha dedicato la vita intera alla sua passione, la fotografia, un uomo intraprendente e coraggioso, con l'instancabile voglia di scoprire e documentare, che si è trovato spesso a scattare in posti lacerati da conflitti sanguinosi e che ha rischiato di perdere la vita molto più di una volta.
La mostra l'ho trovata splendida, la
cornice meravigliosa, piena di fascino e storia, le fotografie, così intense, ti toccano l’anima in un modo così profondo come solo un quadro, una poesia, una canzone, o qualsiasi forma d'arte in genere riesce a fare. Molti i volti, i posti lontani da noi, le tradizioni diverse dalle nostre, le situazioni di disagio, guerra, povertà, e sofferenza, gli sguardi che esprimono con una forza impressionante le emozioni e le esperienze di una
vita intera.
Forse la
più famosa fotografia di McCurry è “Ragazza
afgana”, un ritratto di una giovane ragazza scattato in un campo profughi che è stata definita come "la fotografia più
riconosciuta" nella storia della rivista National Geographic. In questa fotografia gli occhi verdissimi di questa ragazza riescono a comunicare con una forza sorprendente ciò che probabilmente un milione di parole non sarebbero riuscite ad esprimere pienamente. Sembra quasi che si riesca a vedere direttamente l'anima di questa giovane attraverso il suo sguardo. L'identità
della ragazza, è rimasta sconosciuta per più di 17 anni ma nel 2002 McCurry ed un
team del National Geographic ritrovarono la donna e, quando
finalmente McCurry la ritrovò, disse: "La sua pelle è segnata, ora ci sono
le rughe, ma lei è esattamente così straordinaria come lo era tanti anni
fa".
La maggior parte delle mie immagini sono di persone. Cerco il momento indifeso, l’anima più genuina che si affaccia, esperienza impressa sul volto di una persona. Cerco di trasmettere ciò che quella persona può essere, una persona colta sopra un paesaggio più ampio, che potremmo chiamare la condizione umana.Steve McCurry
Se sai aspettare le persone si dimenticano della tua macchina fotografica e la loro anima esce allo scoperto.Steve McCurry
E, dopo aver visto le foto di questo straordinario fotografo, mi vergogno a pubblicare la pessima foto del dolce di oggi. Però vi garantisco che al primo morso non penserete ad altro che alla delizia di questa soffice torta. Neanche a dirlo, veg e integrale.
Torta veg ai marrons glacés e cioccolato
Ingredienti:
- 350 g di farina integrale di farro
- 14 g di lievito chimico
- Una bacca di vaniglia
- 160 g di zucchero di canna
- 125 g di olio extravergine d'oliva
- 200 g d’acqua
- 40 g di succo d’arancia
- Scorza di una grossa arancia grattugiata
- 6-7 marrons glacés
- 60 g di cioccolato fondente spezzettato grossolanamente
Con
una frusta sbattere lo zucchero con l'olio, i semi di vaniglia (ottenuti
incidendo e raschiando la bacca con un coltello), e la scorza
grattugiata, aggiungere poco per volta la farina e il lievito setacciati
insieme alternandoli all'acqua e al succo d'arancia. Continuare a mescolare fino a quando il
composto sarà omogeneo. Poi tagliare a pezzettini i marrons glacés e unirne un po' al composto insieme a un po' del cioccolato, mescolare bene e trasferire il composto in una tortiera. Il resto dei marrons glacés e del cioccolato disporlo poi sulla superficie della torta. Infornare nel
forno caldo a 180° per 50 minuti circa (fate la prova stecchino!).
Lo sapevate che il lievito chimico...
... è un agente lievitante secco composto da una base debole e da un acido
debol che si usa per aumentare il volume e per alleggerire la consistenza dei
prodotti da forno? Il lievito chimico funziona grazie a una reazione acido-base
che rilascia bolle di anidride carbonica nella pastella o nell'impasto che si
allargano e lo fanno lievitare. È utilizzato al posto dello lievito di birra in
quei prodotti dove gli aromi prodotti dalla fermentazione non sarebbero graditi
o nei casi in cui la pastella è priva della struttura elastica in grado di
trattenere le bolle di gas per più di qualche minuto. La reazione acido-base
produce anidride carbonica più velocemente che la fermentazione. La maggior
parte delle polveri lievitanti sono costituite da un componente alcalino
(solitamente bicarbonato di sodio), da uno o più sali acidi (come l'acido
tartarico) e da un amido inerte (perlopiù amido di mais ma anche fecola di
patate). L'amido inerte ha varie funzioni nel lievito chimico. Prima di tutto assorbe
l'umidità in modo da prolungare la durata del prodotto mantenendo secchi i
componenti alcalini e acidi e quindi evitando che reagiscano prematuramente. La
polvere secca scivola meglio e si miscela più facilmente. Infine, una quantità
di prodotto maggiore permette un dosaggio più accurato. L'acido presente nella
polvere lievitante può essere ad azione lenta o rapida. Un acido ad azione
rapida reagisce con il bicarbonato di sodio nella miscela umida a temperatura
ambiente mentre un acido ad azione lenta reagirà soltanto quando verrà scaldato
nel forno. Le polveri lievitanti che contengono sia acidi ad azione rapida che
lenta sono dette a doppia azione; quelle che contengono solo un tipo di acido,
sono dette a singola azione. Le polveri a doppia azione, dal momento che
provocano una seconda lievitazione nel forno, sono più affidabili dal momento
che diventa meno critico il tempo che passa dalla fase di impasto a quella
della cottura e quindi sono quelle maggiormente diffuse attualmente. Le polveri
lievitanti a doppia azione funzionano in due fasi: una a freddo e una a caldo. Fra
gli acidi che lavorano a bassa temperatura vi sono il cremore di tartaro e il fosfato
monocalcico. Fra gli acidi che funzionano ad alta temperatura si annoverano il solfato
di sodio alluminio, il fosfato di sodio alluminio e il pirofosfato acido di
sodio.
fonte: Wikipedia
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