Sembra
sia trascorso un secolo dal viaggio che abbiamo fatto a Barcellona a fine giugno, il tempo ĆØ passato talmente in fretta negli ultimi mesi che l'estate ĆØ volata via quasi senza che me ne accorgessi!! Comunque, anche se con un po' di ritardo, finamente ce l'ho fatta a sistemare e pubblicare qualche foto su Barcellona... una cittĆ meravigliosa, me ne sono letteralmente innamorata!!! In realtĆ c'ero giĆ stata in gita scolastica diversi anni fa, ma ricordavo ben poco di quello che avevo visto.... giusto la Sagrada Familia e la Rambla e la bontĆ della paella. Quindi ci voleva un ripasso, perchĆØ comunque ricordavo fosse una cittĆ stupenda.... e devo dire che finora la reputo la piĆ¹ bella grossa cittĆ tra quelle che ho visitato (ma mi mancano cittĆ come Parigi, New York e Londra, quindi ho l'impressione che la mia classifica possa cambiare decisamente). Per i suoi splendidi palazzi innanzitutto l'ho trovata una cittĆ elegante, ma anche originale, sorprendente e particolare, piena di vita e di giovani....una cittĆ che prima o poi si dovrebbe visitare!!!
La nostra visita ĆØ iniziata percorrendo la
Rambla, il famoso viale di Barcellona che collega PlaƧa de
Catalunya con il porto antico (Port Vell).
La parola rambla deriva dall'arabo "ramla" (cioĆØ torrente) e indica, come avviene in altre cittĆ spagnole, una strada ricavata da un corso d'acqua asciutto. Infatti, la Rambla di Barcellona una volta era un torrente costeggiato da conventi e muraglie, fino a che, nel 1704, si costruirono le prime case vicino al mercato della Boqueria.
La parola rambla deriva dall'arabo "ramla" (cioĆØ torrente) e indica, come avviene in altre cittĆ spagnole, una strada ricavata da un corso d'acqua asciutto. Infatti, la Rambla di Barcellona una volta era un torrente costeggiato da conventi e muraglie, fino a che, nel 1704, si costruirono le prime case vicino al mercato della Boqueria.
La Rambla spesso viene chiamata anche "les Rambles" in catalano, poichĆØ comprende 6 tratti ognuno con un nome diverso.
Noi siamo partiti da PlaƧa de Catalunya, la piazza piĆ¹ importante della cittĆ in quanto canalizza la finanza, il turismo e il commercio di Barcellona. Si trova in una posizione centrale tra i quartieri vecchi (Barri GĆ²tic, Barceloneta, Ribera, El Raval) che costituiscono la Ciutat Vella, e la parte di cittĆ piĆ¹ nuova (del XIX-XX secolo).
Partendo da PlaƧa de Catalunya si incontra, prima di tutto, la Rambla de Canaletes, con la fontana di Canaletes da cui dovete bere se credete al detto popolare secondo cui chi lo fa ritornerĆ almeno una volta a Barcellona.
Poi c'ĆØ la Rambla dels Estudis (cioĆØ degli Studi), chiamata cosƬ per lo Studio Generale o UniversitĆ di Barcellona costruito nel XV secolo e demolito nel 1843.
Poi c'ĆØ la Rambla de les Flores (dei Fiori), o Rambla di Sant Josep, poichĆ© qui si trovava l'antico convento di San JosĆ© rimpiazzato ora dal caratteristico e colorato Mercat de la Boqueria.
E' un variopinto mercato che ospita bancarelle di ogni tipo: frutta e verdura, carne e pesce, dolci, empandadas e altre sfiziositĆ tipiche... un ottimo posto in cui gironzolare e magari fermarsi a gustare qualcosa!
E' il piĆ¹ grande mercato della Catalogna (copre 2.583 metri quadrati e ha piĆ¹ di 300 chioschi) ed ĆØ anche uno fra i piĆ¹ antichi della Spagna (ĆØ nato agli inizi del XVII secolo alle porte della cittĆ ). Dopo la distruzione del convento di San JosĆØ sulla Rambla, fu costruita una grande piazza con un colonnato, e nel 1836 il mercato fu trasferito fra quelle colonne. Rimase un mercato all'aperto fino al 1840, anno in cui venne coperto.
Sull'origine del nome esistono due versioni: secondo alcuni, Boqueria deriva dal termine “Badoqueria” (cioĆØ “a bocca aperta”) poichĆØ qui si trovava il portale di accesso alla cittĆ che era cosƬ bello da lasciare tutti a bocca aperta. La versione piĆ¹ verosimile, perĆ², lo fa derivare dal fatto che qui il tipo di carne piĆ¹ venduto fosse la carn de boc (cioĆØ la carne di montone).
Nella successiva Rambla dels Caputxins (o Rambla del Centre), detta cosƬ per l'antico convento di frati cappuccini che si trovava lƬ, c'ĆØ il Gran Teatre del Liceu, il famoso teatro dell’opera del XIX secolo. Proseguendo lungo la Rambla, sul lato sinistro si trova l'ingresso alla PlaƧa Reial, una vivace piazza del 19° secolo, con alte palme e lampioni disegnati da Antoni GaudĆ. Di fronte c'ĆØ il Palau GĆ¼ell, uno dei primi edifici residenziali di GaudĆ.
Poi troviamo la Rambla de Santa MĆ²nica, dal nome di un convento ora trasformato in museo (il Centre d'Art Santa Monica). La Rambla porta poi ad una rotonda con una colonna alta 60 metri, il Monumento a Cristoforo Colombo. E' stato costruito nel 1888 per l'Esposizione Universale. Nella statua in cima alla colonna, Colombo, che scelse proprio Barcellona per sbarcare di ritorno dalle Americhe, indica col dito in direzione dell'America.
L'ultimo tratto della Rambla ĆØ recente, e, infatti, fu costruito durante le Olimipiadi del 1992. Qui c'ĆØ il Mare Magnum, un grande centro commerciale con negozi, cinema, ristoranti e bar.
E non si puĆ² pensare a Barcellona senza pensare ad Antoni GaudƬ, "l'architetto di Dio" (cosƬ definito dai barcellonesi), massimo esponente del modernismo catalano che ha legato indissolubilmente quasi tutta la sua opera a questa meravigliosa cittĆ catalana. Fin da piccolo attratto dai colori, dalla geometria e dalla natura, a 17 anni si trasferisce a Barcellona a studiare architettura, sollevando perĆ² molte critiche da parte dei suoi professori. Come spesso accade, i professori sono stati davvero poco lungimiranti!!!
Forse la sua opera piĆ¹ nota ĆØ la Sagrada FamĆlia. Questa maestosa e originale basilica cattolica, tuttora in costruzione, fu dichiarata dall’UNESCO patrimonio mondiale dell’umanitĆ” nel 2005. E' il monumento piĆŗ visitato della Spagna (si parla di 3,2 milioni di visitatori) e nel 2007 ĆØ stata inserita tra le 12 meraviglie della Spagna.
... nel 1883, perĆ², GaudĆ (che allora aveva 31 anni) ne divenne il progettista e la ridisegnĆ² completamente, dedicando alla chiesa gli ultimi suoi 15 anni di vita.
Secondo il comitato promotore, l'opera potrebbe essere completata entro il 2032, perĆ² i lavori procedono in modo irregolare visto che dipendono soprattutto da donazioni.
La chiesa ĆØ stata consacrata il 7 novembre 2010 da papa Benedetto XVI. Davvero una basilica unica e spettacolare!!! Ti lascia senza parole!!!
Dopo la visita alla Sagrada Familia si continua con un'altra opera di GaudƬ: Casa BatllĆ³, un edificio piuttosto estroso e bizzarro!!
Dall'esterno la facciata di Casa BatllĆ³ sembra essere costellata di teschi (i balconi dei piani superiori) ed ossa (i pilastri di sostegno). A causa di queste particolari forme, ĆØ stata anche soprannominata "casa delle ossa" o " casa degli sbadigli".
Questo straordinaria opera nacque poichĆØ nel 1904
GaudƬ ricevette l'incarico da Josep BatllĆ³, ricco industriale del
settore tessile, di ridisegnare un palazzo sul Passeig de GrĆ cia, cuore dell’Eixample, quartiere modernista scelto dalla borghesia catalana dell'epoca come sede
dei
propri grandiosi palazzi. Il primo piano del palazzo fu usato come abitazione dalla famiglia
BatllĆ³,
mentre negli altri piani furono realizzati otto appartamenti da affittare. Forme, colore e luce: tutto fu studiato con cura, anche ai piĆ¹ piccoli dettagli come maniglie e campanelli ĆØ stata data estrema importanza. Interessante il cortile centrale
chiuso da un
lucernario e rivestito
di ceramiche di diverse sfumature di azzurro e blu che diventano piĆ¹
scure man mano che si procede verso l'alto e quindi la luce aumenta. Una soluzione brillante!!! Come quella di ridurre la
dimensione delle finestre salendo, per l'aumentare
della luminositĆ .
Nel 2005 l'edificio ĆØ stato dichiarato patrimonio dell'umanitĆ dell'UNESCO.
Poco distante, sempre su Passeig de GrĆ cia, troviamo Casa MilĆ , detta “La Pedrera” (che significa "cava di pietra"), edificio di sei piani progettato sempre da GaudĆ e anch'essa dichiarata dall' UNESCO Patrimonio Mondiale dell'UmanitĆ . GaudƬ per la realizzazione di questo palazzo ha voluto richiamare l’andamento ondulato del mare della cittĆ . Molto particolare e forse un po' piĆ¹ elegante di Casa BattĆ²...
Il nostro itinerario sulla Barcellona di GaudƬ ci porta poi verso Parc GĆ¼ell, parco che fu commissionato dall'industriale Eusebi GĆ¼ell e che inizialmente era stato ideato per diventare una cittĆ -giardino con 60 case, alloggi, studi, una cappella e un parco. Alla fine, perĆ², furono realizzati solo 2 case e il parco. Altro patrimonio dell'umanitĆ dell'UNESCO, nel 1922 fu acquistato dalla cittĆ di Barcellona.
Nella piazza principale del parco, da cui si puĆ² godere di una vista meravigliosa del parco e di Barcellona, si puĆ² ammirare il famoso Banc de Trencadis, una panchina lunga 150 m e rivestita di ceramica, sinuosa e ondeggiante come un serpente. Sotto questa piazza invece c'ĆØ una sala (detta anche sala delle 100 colonne, anche se ne sono state realizzate solo 86 ) creata inizialmente con lo scopo di ospitare il mercato.
Famosa ĆØ anche la fontana a forma di salamandra (simbolo dell'alchimia e del fuoco) che si trova sulla scalinata ai piedi della sala delle 100 colonne.
All'interno di Park GĆ¼ell si puĆ² anche visitare una piccola casa dove GaudĆ ha vissuto e che ora ĆØ stata trasformata in museo e mostra alcuni mobili disegnati da GaudĆ.
Nel Barrio Gotico (il quartiere, prima romano e poi greco, centro della CittĆ Vecchia e uno dei posti piĆ¹ caratteristici di Barcellona con le sue strette viuzze e piazzette), si puĆ² vedere la grandiosa Cattedrale Gotica di Barcellona. La sua realizzazione incominciĆ² nel 1298 e si concluse a metĆ del secolo XV. E' dedicata alla santa Creu (la santa Croce) e a santa Eulalia, la patrona di Barcellona. Nel Chiostro c’ĆØ un laghetto con 13 oche, le guardiane di Sant' Eulalia: sono 13 come gli anni della santa e come le torture a cui la sottoposero i romani. Infatti, la martire fu esposta senza vestiti fino a quando non nevicĆ² a metĆ primavera e la neve la congelĆ², poi fu chiusa in una botte piena di chiodi e vetro e fatta rotolare per Baixada de Santa Eulalia, la strada che ancor oggi porta il suo nome; in seguito fu torturata con varie amputazioni, e infine crocefissa e decapitata. Si narra che poi una colomba le volĆ² sopra come simbolo della sua anima che volava verso il cielo (in base ad alcune leggende, la colomba le uscƬ dalla bocca).
Se vi piace Picasso (io devo ammettere che non lo amo particolarmente), meta obbligata ĆØ il Museo Picasso, che ospita la piĆ¹ grande raccolta di opere giovanili del pittore spagnolo che qui si trasferƬ nel 1895 e che qui rimase fino al 1904. Nell'edificio sono presenti circa 3600 opere dell'artista.
E poi verso la spiaggia, verso Barceloneta, il quartiere marinaro da molti chiamato anche "la Napoli di Barcellona" per l'atmosfera che si respira e la somiglianza tra le intricate viuzze delle due cittĆ . Fu disabitata fino alla metĆ del XVIII secolo quando iniziarono a stabilirsi i primi pescatori. Qui la spiaggia ĆØ vivace e affollata, con bar e ristoranti dove mangiare deliziosi piatti a base di pesce fresco o assaggiare la tipica bomba, una crocchetta di patate ripiena di carne e salsa piccante. Il pesce ottimo, la bomba non l'ho provata. SarĆ per la prossima volta!!!
E poi qualche momento di relax al Parc de la Ciutadella, un grande parco
pubblico, per molti anni
il solo parco della cittĆ . Si chiama cosƬ perchĆØ fu costruito
sugli antichi terreni della fortezza cittadina (La Ciutadella) traendo ispirazione dai Giardini del Lussemburgo di Parigi. Occupa 17,42
ettari e ospita
l'antico Arsenale della Cittadella, sede attuale del Parlamento di Catalogna. Qui ci si puĆ² rilassare, fare una passeggiata o fare un giro in barca nel
laghetto.
Non molto distante si puĆ² ammirare l'Arc de Triomf, una costruzione di stile mudejar alta 30 metri, costruito in occasione dell'Esposizione Universale del 1888 come porta d'accesso al sito espositivo. Quindi, a differenza degli archi di trionfo che solitamente sono costruiti in onore a vittorie militari, l'Arc de Triomf di Barcellona esalta il progresso.
Una tappa immancabile ĆØ poi PlaƧa de Espanya, la piazza in cui si trovano le Torri Veneziane (torri alte 47 metri vicino alla Fira de Barcelona, l'importante spazio fieristico di Barcellona), l’Arenas, il Museu nacional d'art de Catalunya (che ospita una ricca collezione di arte romanica) e la famosa Fontana Magica (che tutte le sere offre uno splendido spettacolo di 30 giochi d'acqua, luci e musica per 2 ore con spettacoli ogni 20 minuti).
Vi consiglio di non perdervela!
Il centro commerciale Arenas, invece, ĆØ un’arena dei tori del '900 che ĆØ stata trasformata in avvenieristico centro commerciale, con negozi, bar e ristoranti. Si puĆ² salire sul tetto e godere di una vista mervigliosa su PlaƧa de Espanya e su Barcellona e magari fermarsi a cenare o pranzare in uno dei ristoranti che ne occupano il perimetro.
E poi visita alla FundaciĆ³ Joan MirĆ³, dove si possono ammirare piĆ¹ di 10.000 opere del pittore maiorchino.
Salendo sul MontjuĆÆc, un promontorio a sud di Barcellona, si trova il Castell de MontjuĆÆc, costruito alla fine del XVII secolo e che ora ospita un museo militare. Da qui si ha una panoramica vista dall'alto su Barcellona e il porto.
Sulla collina del MontjuĆÆc, inoltre, si trova anche il Poble Espanyol, una sorta di museo a cielo aperto costruito in occasione dell'Esposizione Universale del 1929. L'idea iniziale era di farlo durare sei mesi, ma, grazie al successo di pubblico, ĆØ aperto ancora oggi. Occupa una superficie di 42.000 m² e al suo interno ospita la ricostruzione su diversa scala di edifici, piazze e strade di alcune cittĆ spagnole e della cultura e delle tradizioni piĆ¹ rappresentative di 15 delle ComunitĆ autonome spagnole. Gli edifici accolgono bar, negozi e ristoranti.
Caratteristico, ma mi aspettavo qualcosa di diverso!! Da non perdere assolutamente, perĆ², i cioccolatini alla crema catalana, i migliori cioccolatini che abbia mai mangiato!!!!
L'unica cosa che mi ha un po' delusa ĆØ stata la cucina, mi aspettavo qualcosa in piĆ¹ (o magari sono stata solo sfortunata nell'assaggio)!! Buona la paella, il prosciutto iberico e la crema catalana (se fatta bene!!)...
Niente di che le varie empanadas (fagottini di pasta a forma di mezzaluna (una sorta di panzerotto) con vari ripieni (ne ho mangiata solo una buona con ripieno di chorizo, un insaccato tipico della penisola iberica)), le ensaimadas (un dolce lievitato a forma di grossa girella), la butifarra (una sorta di salsiccia), pa am tomĆ quet (una specie di bruschetta preparata sttrofinando il pomodoro su una fetta di pane e poi condito con olio e sale). Non male invece la coca (una sorta di focaccia dolce o salata (io ho assaggiato al Coca de Sant Joan, un dolce ricoperto di frutta candita e pinoli tipico della festivita di San Giovanni che si celebra nella notte tra il 23 e il 24 giugno)). E che dire delle tapas? Io non sapevo neanche cosa fossero ma ho scoperto che sono stuzzichini, piccole porzioni di cibo di ogni genere. Il termine tapas puĆ² riferirsi infatti a: bruschette di tutti i tipi, olive, formaggi, polpette, crocchette (croquetas) di patate con il prosciutto o il baccalĆ , pinchos (stuzzichini a base di ingredienti vari, infilzati con uno stuzzicadenti e posti su una fetta di pane), patatas bravas (patate fritte accompagnate da una salsa piccante a base di pomodoro e pimenton), o ancora pesci o calamari fritti. Giusto per fare qualche esempio visto che ce ne sono un'infinitĆ . Eccone alcune...
Tra
gli spagnoli
c'ĆØ l'abitudine di cenare spesso esclusivamente con tapas, magari mangiandone alcune in un locale e poi consumandone altre spostandosi di locale in locale (questa usanza si chiama tapeo o
ir de tapas). Ne ho assaggiate parecchie e alcune non erano male, ma credo che per le buone forchette saziarsi mangiando solo tapas sia troppo dispendioso!!!
Ah, e mi raccomando
attenzione a quando attraversate la strada a Barcellona: guardate un
po' cosa c'ĆØ scritto dove ci sono i passaggi pedonali. Rincuorante
direi!!
E ora la ricetta... semplici biscotti vegan ai pinoli.....buoni e salutari!!! non dico altro, provateli!!!
- 160 g di farina 00
- 50 g di farina riso
- 50 g di fecola di patate
- 70 g di zucchero integrale di canna
- 30 g di olio extra vergine di oliva
- 50 g di olio di riso
- 60 g di latte di riso
- Buccia di limone grattugiata
- Vaniglia
- Un pizzico di bicarbonato
- 80 g di pinoli
Mescolare
lo zucchero con l’olio e la buccia di limone, aggiungere le farine e la fecola setacciate, il bicarbonato, la vaniglia e il latte di riso. Impastare, fare delle palline, schiacciarle tra i palmi delle mani e metterle nella teglia. Disporre poi qualche pinolo sulla superficie dei biscotti e cuocere nel forno caldo a 180°C per 20 minuti circa.
Lo sapevate che i pinoli…
... sono i semi commestibili di alcune specie di pini? Sono
circa 20 le specie del genere che producono semi abbastanza grandi da
giustificarne la coltivazione. I pinoli sono inseriti tra le scaglie delle pigne prodotte dai pini e
sono avvolti da un guscio solido chiamato strobilo che li protegge. Da 100 kg di pigne si ottengono circa 25 kg di pinoli con guscio e solo 6-8 kg di pinoli sgusciati. Per arrivare al prodotto finito, le pigne sono
raccolte da autunno a primavera, poi lasciate essiccare al sole: il calore agevola l'estrazione dei pinoli, che vengono poi
sgusciati, lavati, essiccati, selezionati e confezionati.
Sono stati consumati in Europa sin dal periodo
Paleolitico e sono conosciuti e coltivati
in tutte le parti del mondo dove vengono sfruttate le differenti qualitĆ di
pino. In Italia la produzione ĆØ maggiormente concentrata nel Lazio ed in Toscana
dove vengono prodotti i pinoli piĆ¹ famosi, quelli di
Pisa. La maggior parte dei pinoli presenti sul mercato tuttavia provengono
dalla Cina la cui qualitĆ ĆØ nettamente inferiore a quella italiana. Dai pinoli puĆ² essere estratto l'omonimo olio per pressatura, particolarmente
apprezzato per il sapore delicato, simile a quello di nocciola,
e per le proprietĆ antiossidanti.
fonte: il Web