Una delizia: carciofi in agrodolce

By pane&marmellata - maggio 17, 2015


Come credo tutti voi, anch'io con l'arrivo del caldo sono alla continua ricerca di ricette sfiziose e leggere. Quella di oggi fa proprio parte di questa categoria. Un tempo mi piacevano molto i carciofi ma, da da un po', non mi vanno più gli ortaggi dal sapore amaro. Così, per trovare un modo di mangiarli visto che possiedono eccezionali proprietà depurative e disintossicanti, utilissime soprattutto in questo periodo, ho pensato di provare a farli in agrodolce, un tipo di preparazione che mi piace tantissimo. Finora in agrodolce avevo preparato solo le più classiche cipolline e carote, ma devo dire che così sono buonissimi anche i carciofi. In questa maniera, infatti, il sapore amarognolo del carciofo viene attennuato e ammorbidito e il risultato è davvero una delizia!

Carciofi in agrodolce 


Ingredienti:
  • 7 carciofi
  • 2 cucchiai di malto di riso (o miele o zucchero di canna)
  • Mezzo bicchiere di aceto balsamico
  • 3-4 foglie di alloro
  • Qualche foglia di salvia
  • Un rametto di rosmarino
  • Un cipollotto
  • Sale q.b.
  • Olio evo q.b.
Pulire i carciofi e tagliare ognuno in 4 spicchi. In una padella far rosolare il cipollotto tagliato a pezzetti, la salvia, l’alloro e il rosmarino con un filo d’olio evo. Aggiungere poi i carciofi e far insaporire 5 minuti. Unire infine il malto e l’aceto precedentemente mescolati insieme e fare sfumare, aggungere poi un mestolino d'acqua calda, abbassare un po' la fiamma e portare a cottura coperto (ci vorranno 20-30 minuti circa).
Lo sapevate che il carciofo...
... è una pianta della famiglia Asteraceae coltivata in Italia e in altri Paesi per uso alimentare e, secondariamente, medicinale? Dopo l'acqua, il componente principale dei carciofi sono i carboidrati, tra i quali si distinguono l'inulina e le fibre. I minerali principali sono il sodio, il potassio, il fosforo e il calcio. Tra le vitamine prevale la presenza di B1, B3, e piccole quantità di vitamina C. Più importante per spiegare le attività farmacologiche degli estratti di carciofo è la presenza di un complesso di metaboliti secondari caratteristici:
  • Derivati dell'acido caffeico: tra gli altri acido clorogenico, acido neoclorogenico, acido criptoclorogenico, cinarina.
  • Flavonoidi: in particolare rutina.
  • Lattoni sesquiterpenici: tra gli altri cinaropicrina, deidrocinaropicrina, grosseimina, cinaratriolo.
La cinarina sembra avere effetti colagoghi. Gli estratti di carciofo hanno mostrato in studi clinici di migliorare la coleresi e la sintomatologia di pazienti sofferenti da dispepsia e disturbi funzionali del fegato. La cinarina ha mostrato di essere efficace come rimedio ipolipidemizzante in vari studi clinici. La cinarina ha anche effetti coleretici, sembra cioè stimolare la secrezione di bile da parte delle cellule epatiche e aumentare l’escrezione di colesterolo e di materia solida nella bile. I derivati dell'acido caffeico in genere mostrano effetti antiossidanti ed epatoprotettivi. La Cinarina è anche ipocolesterolemizzante, tramite l'inibizione della biosintesi del colesterolo e l'inibizione dell'ossidazione del colesterolo LDL. Diminuisce inoltre il quoziente beta/alfa delle lipoproteine ed ha effetti diuretici, anche ingerito sotto forma di tisana realizzata con le foglie. La medicina naturale e la fitoterapia usano il carciofo nel trattamento dei disturbi funzionali della cistifellea e del fegato, delle dislipidemie, della dispepsia non infiammatoria e della sindrome dell'intestino irritabile. Lo utilizza inoltre, per il suo sapore amaro, in caso di nausea e vomito, intossicazione, stitichezza e flatulenza. La sua attività depurativa (derivata dall'azione su fegato e sistema biliare e sul processo digestivo) fa sì che venga usata per dermatiti legate ad intossicazioni, artriti e reumatismi. L'attività dei principi amari sull'equilibrio insulina/glucagone ne indica la possibile utilità come supporto in caso di iperglicemia reattiva o diabete incipiente, e l'effetto dei principi amari sulla secrezione di fattore intrinseco ne indica un possibile utilizzo in caso di anemia sideropenica.
fonte: Wikipedia

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