Credo di aver già scritto da qualche parte che ho un compagno siciliano e che, grazie a lui, ho potuto conoscere alcuni piatti tipici di questa terra così ricca di sole, di sapori e profumi, che ha visto con i secoli il susseguirsi di molti popoli e culture diversi. E, visto che oggi è Santa Lucia e in Sicilia è tradizione mangiare un dolce che si chiama cuccìa (qui è spiegata l'origine di questa tradizione), per far contento il siciliano di casa ho deciso di provare a prepararla. La ricetta originale prevede l'aggiunta di ricotta di pecora al grano cotto ma, poichè a me non piace il gusto della ricotta nei dolci che invece è onnipresente in Sicilia, ho pensato di sostituirla con dello yogurt di soia. E, se siete vegani ma non volete rinunciare a preparare un'altra ricetta siciliana che si prepara tipicamente oggi (ma non solo), gli arancini, l'anno scorso ho provato a "veganizzare" anche loro. Ottimo risultato per entrambi i piatti!
Ingredienti per 2 persone:
- 70 g di farro decorticato
- Uno yogurt di soia o crema di soia
- Scorza grattugiata di un’arancia
- Un cucchiaino abbondante di cannella
- 30 g di cioccolato fondente spezzettato
- 40 g di arancia candita
- 2 cucchiai di zucchero integrale di canna
Far
cuocere a lungo il farro in abbondante acqua. Far raffreddare e poi aggiungere gli
altri ingredienti, mescolare bene e servire.
Lo sapevate che la cuccìa...
... è
un dolce
tipico siciliano,
a base di grano
bollito e ricotta
di pecora o crema di latte bianca o al cioccolato. Viene guarnito con zuccata,
cannella e pezzetti di cioccolato, ed è tradizionalmente preparato e consumato
in occasione della festa di Santa Lucia (13 dicembre). È una tradizione in
particolare del palermitano, del siracusano. Secondo
la tradizione, infatti, il 13 maggio del 1646 approdò nel porto di
Siracusa una nave carica di grano, che pose fine ad una grave carestia. Per poterlo consumare immediatamente il grano non venne macinato, ma bollito e
mangiato. Per ricordare quel giorno, i siciliani tradizionalmente non consumano
cibo a base di farina, ma cuccìa ed arancini.
La variante del trapanese consiste nel consumare il frumento bollito
semplicemente con il cosiddetto "vino cotto",
che altro non è che il mosto di vino cotto fino alla riduzione a circa 1/6 del volume
originario e alla caramellizzazione.
fonte: Wikipedia
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