~ ♪ Like a rolling stone - Bob Dylan ♪ ~
Ho un fidanzato siciliano ormai da tempo immemore e cosƬ,
con il passare del tempo, ho imparato a conoscere le tradizioni e le ricette
della sua terra. E ho imparato che ieri, giorno di Santa Lucia, a casa sua,
come in diverse zone della Sicilia (dove persiste ancora la tradizione)
non si mangiano farinacei, ma ĆØ usanza consumare solo i famosi arancini di riso e la cuccƬa. A casa dei miei suoceri la cuccƬa si fa semplicemente bollendo il grano con i ceci e aggiungendo poi lo zucchero, mentre in altre parti della Sicilia la cuccƬa diventa un dolce a base di grano bollito e ricotta
di pecora o crema di latte bianca o al cioccolato. Viene guarnito con zuccata,
cannella e pezzetti di cioccolato. La variante del trapanese poi consiste nel
consumare il frumento bollito semplicemente con il cosiddetto "vino cotto",
cioĆØ il mosto
di vino cotto fino alla sua riduzione e caramellizzazione. L'origine di questa tradizione la si fa risalire al 1646 quando fu attribuito a Santa Lucia il miracolo della fine della
carestia a Siracusa. Si narra che una domenica di maggio di quell'anno una colomba fu vista
volteggiare dentro la Cattedrale durante la Messa. Quando la colomba si posĆ²
sul soglio episcopale, una voce annunciĆ² l'arrivo al porto di una nave
carica di grano. La popolazione vide in quella nave la risposta della santa alle tante preghiere che le erano state rivolte. Per poter consumare
il grano immediatamente questo non venne macinato, ma bollito e mangiato. Ed ĆØ proprio
per ricordare quel giorno, che i siciliani tradizionalmente mangiano la cuccƬa. Io ieri la cuccƬa non l'ho preparata (anchĆØ perchĆØ non mi piace particolarmente, anche se vorrei provarla in una versione un po' arricchita), ma ho fatto gli arancini di riso proponendoli, perĆ², in una versione totally veg
con un meraviglioso “ragĆ¹” vegan che oltretutto ĆØ perfetto per ogni altra ricetta che preveda l'impiego di quello classico. Il mio fidanzato ha detto addirittura di preferirli a quelli fatti con il ragĆ¹ di carne; e se sono piaciuti a lui, siciliano DOC e che oltretutto non impazzisce per le lenticchie, come posso non consigliarveli vivamente?
Arancini di riso veg
Ingredienti
per il ragĆ¹ di lenticchie:
- Un pezzo di carota
- Un pezzo di gambo di sedano
- Un pezzo di cipolla
- 25 g di concentrato di pomodoro
- 60 g di lenticchie secche, cotte con 2 foglie d’alloro
- Un rametto di rosmarino
- Un paio di foglie di salvia
- Sale q.b.
- Olio evo q.b.
Ingredienti
per una decina di arancini:
- 30 g di piselli giĆ cotti
- 310 g di riso a chicco tondo
- 2 bustine di zafferano
- 2 tazzine di farina
- Pangrattato q.b. (il mio era integrale, infatti la panatura ĆØ venuta un po' scura)
- Sale q.b.
- Olio evo q.b.
Far cuocere il riso in poca acqua salata o brodo
(coprire
di acqua fino a un dito sopra il riso, cosƬ che, a cottura ultimata,
l’amido rilasciato
dal riso sarĆ stato assorbito da quest’ultimo che diventerĆ piĆ¹
appiccicoso).
Sciogliere lo zafferano in 1/2 tazzina d'acqua o brodo e unire al riso. Mescolare
aggiugendo anche 1-2 cucchiai d'olio e mettere a
raffreddare. Intanto in una padella rosolare la cipolla, il sedano e la
carota
tritati con un filo d’olio evo. Aggiungere poi gli aromi tritati e le lenticchie e,
dopo
qualche minuto, il concentrato di pomodoro diluito in un bicchiere di
brodo o
acqua salata e far consumare il liquido (il ragĆ¹ non dovrĆ risultare troppo
liquido). Unire i piselli al sugo e, una volta che il riso si sarĆ
raffreddato, dare la forma agli arancini mettendo un po’ di riso sul palmo della mano tenuta a conca, mettere un po’ di sugo e
coprire
con altro riso dandogli forma conica o tonda. Fare una pastella con la
farina sbattuta con 2 tazzine d'acqua e passarvi gli arancini che poi
andranno impanati con il pangrattato. La ricetta originale prevede che
vengano fritti ma, poichĆØ io non amo per niente friggere, li spruzzo con
un goccino d’olio e li cuocio in forno per 15 minuti circa a
180°. Vengono buonissimi lo stesso!
Lo
sapevate che l’arancino...
… o arancina ĆØ una specialitĆ della cucina
siciliana? Si tratta di una palla o di un cono di riso
impanato e fritto, del diametro di 8-10 cm, farcito generalmente con ragĆ¹,
mozzarella e piselli o prosciutto cotto e formaggio.
Il nome deriva dalla forma originale e dal colore dorato tipico, che ricordano
un'arancia,
ma va detto che nella parte orientale dell'isola gli arancini hanno
piĆ¹ spesso una forma conica. Essendo un prodotto popolare risulta difficile
trovare un riferimento di qualche tipo su fonti storiche che possano chiarire
con esattezza quali siano le origini e quali i processi che hanno portato al prodotto
odierno con tutte le sue varianti. Tendenzialmente, poichƩ nelle ricette tradizionali
ĆØ presente come costante l'uso dello zafferano,
diversi autori ne hanno supposta una origine alto-medioevale,
in particolare legato al periodo della dominazione musulmana, epoca in cui
sarebbe stato introdotta nell'isola l'usanza di consumare riso
e zafferano condito con erbe e carne. L'invenzione della panatura nella
tradizione a sua volta viene spesso fatta risalire alla corte di Federico II, quando si cercava un modo per
recare con sƩ la pietanza in viaggi e battute di caccia. La panatura croccante,
infatti, assicurava un'ottima conservazione del riso e del condimento, oltre ad
una migliore trasportabilitĆ . PuĆ² darsi quindi che, inizialmente, l'arancino si
sia caratterizzato come cibo da asporto, possibilmente anche per il lavoro in
campagna. Ma la prima documentazione scritta che parli esplicitamente
dell'arancina ĆØ il Dizionario siciliano-italiano di Giuseppe Biundi, il quale
testimonia la presenza di "una vivanda dolce di riso fatta alla forma
della melarancia". Questo dato puĆ² indurre a credere che l'arancina
nascesse come dolce, presumibilmente durante le festivitĆ luciane,
e solo in seguito divenisse una pietanza salata. In effetti pare che i primi
acquisti di uno degli elementi tipici costituenti l'arancina salato, il pomodoro,
siano datati al 1852,
cinque anni prima l'edizione del Biundi: la diffusione di tale ortaggio e il
suo uso massiccio nella gastronomia siciliana si deve ipotizzare sia successiva
a tale data e - verosimilmente - nel 1857 non era ancora divenuto parte dell'arancino.
fonte: Wikpedia