La matematica nel risotto

By pane&marmellata - dicembre 05, 2011


La scorsa settimana al supermercato, comprando la mia solita quantità industriale di verdura, ho notato tra un cesto di peperoni e uno di carote, un bel bouquet di cavoli romani. Non avevo mai mangiato questo tipo di cavolo ma non ho resistito al suo aspetto così scenografico e ne ho comprato uno. Da sempre quando lo vedevo in mezzo all'altra verdura restavo affascinata da quella sua forma così straordinaria. Con la sua geometria perfetta è, infatti, uno dei tanti possibili esempi di frattale. Un frattale è un oggetto geometrico che si ripete nella sua struttura allo stesso modo ma su scale diverse. Ogni punta che costituisce l'infiorescenza replica sempre lo stesso schema; ognuna è uguale alle altre ma in scala diversa. L'intero cavolo è una copia di ogni sua parte. Un perfetto incontro tra bellezza e matematica. La natura riesce sempre a sorprendere per la sua perfezione. Mi spiaceva persino tagliarlo ma alla fine ci ho fatto un risotto e, avendo questo tipo di cavolo un sapore dolciastro, si è abbinato divinamente al gusto intenso del gorgonzola.



Ingredienti per 2 persone:

o       150 g di riso
o       Mezza cipolla
o       300 g di cavolo romanesco
o       Brodo vegetale
o       Una manciata di Parmigiano grattugiato
o       Una o due cucchiaiate di gorgonzola morbido
o       Olio extravergine d’oliva
o       Sale q. b.


In una padella rosolare la cipolla tritata con un filo d’olio evo. Aggiungere il cavolo romanesco tagliato a pezzettini. Fare insaporire e aggiungere il riso, farlo tostare per qualche minuto e continuare la cottura aggiungendo ogni tanto del brodo vegetale. A fine cottura salare e mantecare con il gorgonzola e il parmigiano grattugiato.


Lo sapevate che il Cavolo romanesco…

... è coltivato in tutta la campagna romana da tempo remoto? Numerose sono, infatti, le documentazioni bibliografiche che testimoniano la storia di questo tipo di coltura. Già nel 1834, Giuseppe Gioacchino Belli, nel suo sonetto "Er Testamento Der Pasqualino" definisce l'ortolano "Tozzetto" in riferimento al cavolo romano da lui coltivato. Presso alcuni agricoltori della zona sono state ritrovati gli antichi Libretti Colonici, datati 1969- 973, dove viene riportata la somma ricavata dalla vendita dei cavoli romani. 
Ha un basso contenuto di calorie: 25 calorie per 100 g e una grande quantità di fibre che aiutano l’intestino e prevengono i tumori legati all’apparato digestivo. Inoltre, la famiglia delle Crucifere a cui il cavolo romano appartiene, svolge una benefica attività protettiva sull’organismo, aiutando i sistemi detossificanti e proteggendo da alcuni tipi di tumori. Oltretutto, le Crucifere sono ricche di sali minerali, vitamine e aminoacidi. 

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