.: Breathe - Midge Ure :.
Oggi ho passato la giornata a sfornare biscotti…E stasera proprio non ce la facevo a parlare ancora di dolci...Basta burro e zucchero per oggi…Quindi passiamo a un bel risotto…L'altro ieri dal nostro fomaggiaio di fiducia abbiamo comprato una bella robiola al tartufo…Al mio fidanzato il tartufo piace, invece io non lo amo particolarmente con quel suo sapore e quell'odore così intenso e particolare...Nonostante questo, mi è venuta la curiostà di provare a vedere come poteva stare quella robiola in un risotto (considerando che il sapore del tartufo lì non è molto forte) magari accompagnandola alle nocciole per ottenere così un risotto tutto caratterizzato dai sapori tipici piemontesi....Il risultato mi ha sorpresa, il sapore del tartufo si sente appena e resta delicato, poi quel tocco di croccante delle nocciole contrasta perfettamente con la cremosità del risotto...Magari può essere un'idea per un primo delle feste un po' diverso...
- 160 g di riso
- Mezza cipolla
- 110 g di robiola al tartufo
- Brodo vegetale
- 35-40 g di nocciole tritate
- Olio extravergine d’oliva
- Sale q. b.
In una padella rosolare la cipolla tritata con un filo d’olio evo. Far tostare il riso per qualche minuto e continuare la cottura aggiungendo ogni tanto del brodo vegetale. A metà cottura aggiungere la robiola e alla fine completare aggiungendo le nocciole tritate.
Con questa ricetta partecipo al contest "In cucina a Km 0" di Per un pugno di capperi
Con questa ricetta partecipo al contest "In cucina a Km 0" di Per un pugno di capperi
e al contest "VegetariaMo?" organizzato da Elisa
e al contest "Rice Blogger 2012"
Lo sapevate che il Tartufo…
… è conosciuto sin da tempi remoti, anche se le prime notizie certe su questo alimento pregiato si possono trovare nella 'Naturalis Historia' di Plinio il Vecchio? Comunque già tremila anni prima di Cristo i Babilonesi conoscevano il tartufo e i Sumeri lo mischiavano ad altri vegetali come ceci, orzo, lenticchie e senape. Anche Greci e Romani usavano questo fungo in cucina. Nell'antichità venivano narrate molte leggende sul tartufo; ad esempio, Giovenale attribuì l’origine di questo prodotto della terra ad un fulmine scagliato da Giove nelle vicinanze di una quercia e, poiché Giove era anche conosciuto per la sua straordinaria prestanza, al tartufo si sono da sempre attribuite proprietà afrodisiache.
Nel medioevo e nel periodo rinascimentale fu un cibo molto apprezzato, in particolare da nobili e prelati e si considerava come miglior luogo di produzione di tartufi il Monferrato (i cui tartufi erano ritenuti di qualità superiore rispetto a quelli francesi). Si dice che il Conte Camillo Benso di Cavour usasse il tartufo come mezzo diplomatico. Gioacchino Rossini lo definì "Il Mozart dei funghi", lord Byron teneva il tartufo sulla scrivania perché era convinto che il suo profumo promuovesse la creatività. Nonostante il tartufo bianco piemontese fosse da sempre stato ritenuto il migliore in termini di qualità, fu solo nel 1929 che il Tartufo d’Alba acquisì fama mondiale, grazie alla promozione svolta da Giacomo Morra, albergatore e ristoratore d'Alba che proprio in quell'anno decise di pubblicizzarlo all'interno della Fiera d'Alba ed ottenne un tale successo che nel 1933 la Fiera d'Alba diventò la Fiera del Tartufo. Nel 1949, poi, Morra decise di regalare il miglior tartufo raccolto in quell'anno ad un personaggio della politica, dello spettacolo e dello sport (quell'anno fu donato a Rita Haywort, in seguito a personaggi come Harry Truman, Winston Churchill e Sofia Loren per citarne alcuni).
Nel medioevo e nel periodo rinascimentale fu un cibo molto apprezzato, in particolare da nobili e prelati e si considerava come miglior luogo di produzione di tartufi il Monferrato (i cui tartufi erano ritenuti di qualità superiore rispetto a quelli francesi). Si dice che il Conte Camillo Benso di Cavour usasse il tartufo come mezzo diplomatico. Gioacchino Rossini lo definì "Il Mozart dei funghi", lord Byron teneva il tartufo sulla scrivania perché era convinto che il suo profumo promuovesse la creatività. Nonostante il tartufo bianco piemontese fosse da sempre stato ritenuto il migliore in termini di qualità, fu solo nel 1929 che il Tartufo d’Alba acquisì fama mondiale, grazie alla promozione svolta da Giacomo Morra, albergatore e ristoratore d'Alba che proprio in quell'anno decise di pubblicizzarlo all'interno della Fiera d'Alba ed ottenne un tale successo che nel 1933 la Fiera d'Alba diventò la Fiera del Tartufo. Nel 1949, poi, Morra decise di regalare il miglior tartufo raccolto in quell'anno ad un personaggio della politica, dello spettacolo e dello sport (quell'anno fu donato a Rita Haywort, in seguito a personaggi come Harry Truman, Winston Churchill e Sofia Loren per citarne alcuni).
L'Italia è uno dei più importanti produttori ed esportatori di tartufi. Inizialmente la raccolta era fatta usando un maialino anche se era problematica perchè il maiale è ghiotto di tartufo e bisogna impedirgli di mangiarlo una volta trovato. Attualmente, invece, si impiegano cani addestrati.
4 Comments
Ottimi sapori, amo il risotto, proverò la tua ricetta appena possibile. Grazie per aver partecipato al contest, a presto, Luca
RispondiEliminase ti capita di provarla, se ti va fammi poi sapere che ne pensi del risultato!!!a presto, Luca!!!!
RispondiEliminaBella presentazione, bell'accoppiamento robiola/nocciole (adoro!!).questa ricetta mi piace molto.Il tuo blog è veramente bello! Brava!
RispondiEliminati ringrazio, Monique!!!!sei gentilissima!!!!
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